E credetemi, lo dico sul serio.. Tutti a casa!!!! E mica perchè siamo degli scansafatiche o non abbiamo voglia di lavorare, ma è stato dimostrato scientificamente che lavorare fa male, quando non si è in perfetta forma...
In un periodo come questo, in cui
l'assenteismo dal lavoro aumenta esponenzialmente, a causa delle
patologie invernali, è uscito uno studio condotto in Canada secondo
il quale, l'accanirsi nel voler andare al lavoro anche quando si è
malati è controproducente.
Non parliamo solo in termini di
“contagio”, quindi del fatto che il soggetto recandosi ugualmente
sul posto di lavoro, porta con sé un bagaglio di virus non
indifferente, ma anche del disturbo che si crea ai colleghi.
Non è la prima volta che viene
condotto uno studio del genere, già qualche mese fa, alcuni
ricercatori dell'Università del Michigan hanno affrontato questo
argomento, dimostrando che, il costo del recarsi comunque al posto di
lavoro se si sta poco bene, in termini di produttività, si triplica
rispetto allo stare a casa qualche giorno.
Bizzarro, dal momento che si parla
sempre di assenteismo sul lavoro e di quanto questo sia nocivo sia in
termini di costi che di fastidio causato ai colleghi, anche se
involontariamente.
Lo studio è stato condotto su un
campione di 444 individui, prevalentemente persone che lavorano in
equipe, e ha dimostrato quanto il presenzialismo sia effettivamente
dannoso; se da una parte, il voler lavorare a tutti i costi è
sicuramente gratificante, specialmente perchè non si creano disagi
ai colleghi e viene legittimato il pensiero positivo dato
dall'affermare la propria mansione e l'importanza personale nello
svolgerla, dall'altra parte ci sono altri fattori che compromettono
la qualità del lavoro svolto, quali il nervosismo che si sviluppa
per il dover affrontare una giornata di lavoro in condizioni fisiche
non ottimali. L'ansia dovuta al pensare di poter essere penalizzati
se si sta a casa qualche giorno per riprendersi, genera alla fine un
calo evidente nel rendimento.
Secondo i ricercatori canadesi, gioca
un ruolo importante il datore di lavoro. In un ambiente dove il capo
tende a rimproverare o a penalizzare l'impiegato che prende qualche
giorno di malattia, si nota un assenteismo veramente basso, ma una
scarsa qualità del lavoro, una bassa concentrazione e un alto tasso
di nervosismo, senza contare il contagio che facilmente avviene
quando si lavora gomito a
gomito con un malato.
Quindi, lo stare a casa in questo
periodo, in cui cominciano le influenze stagionali, non è segno di
pigrizia o di scarso attaccamento al lavoro, al contrario è puro e
semplice buon senso. Buon senso per rispetto della propria salute e
dell'ambiente lavorativo. E' ovvio che un banale raffreddore non è
un motivo sufficiente per stare a casa una settimana, ma lo è anche
il fatto che un banale raffreddore, se trascurato, può portare a una
serie di altri problemi che possono concludersi in un' assenza molto
più prolungata.
Quindi, primi di fare i krumiri, come faccio sempre io, fatevi un esamino di coscienza e chiedetevi se è davvero indispensabile andare a fare i monatti al lavoro, seminando pestilenza a destra e a manca...
Io penso di no.. Con buona pace dei vostri colleghi....
Buonanotte...
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